1/2/2019 – Chiarimenti sulla fuoriuscita dal ‘nuovo’ regime forfetario

SeacInfo Fiscale
Chiarimenti sulla fuoriuscita dal ‘nuovo’ regime forfetario
L’Agenzia delle Entrate, in un incontro con la stampa specializzata, ha precisato la tassazione applicabile in caso di fuoriuscita dal regime forfetario per aver conseguito ricavi o percepito compensi, ragguagliati ad anno, superiori al nuovo limite di euro 65.000.Ai sensi del comma 71, Legge n. 190/2014, come recentemente modificato dalla Legge n. 145/2018, il regime in esame non si applica più dall’anno successivo a quello in cui viene superato il limite sopra indicato, oppure si verifica una delle fattispecie previste dal comma 57. Di conseguenza, il contribuente uscirà dal regime forfetario dall’anno successivo a quello di superamento del limite di euro 65.000, mentre nell’anno di superamento usufruirà ugualmente della tassazione con imposta sostitutiva al 15 per cento, degli esoneri e delle semplificazioni amministrative e gestionali previste.

1/2/2019 – E-fattura carburanti: si indica la targa del veicolo?

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E-fattura carburanti: si indica la targa del veicolo?
Durante un incontro con la stampa specializzata l’Agenzia delle Entrate ha fornito diversi chiarimenti in materia fiscale.In particolare l’Agenzia ha puntualizzato che sulla fattura elettronica emessa per il rifornimento di carburante, così come previsto dalla circolare n. 8/2018, la targa o altro estremo identificativo non rientrano tra gli elementi obbligatori da indicare nel file .xml (come previsto ed obbligatorio, invece, sulla scheda carburante).Rimane comunque la possibilità, come sottolineato dall’Amministrazione Finanziaria, di inserire tale elemento nel campo ‘AltriDatiGestionali’. L’indicazione della targa, tuttavia, è indispensabile per beneficiare del credito di imposta sugli acquisti di gasolio per autotrazione (credito ‘caro petrolio’).

31/1/2019 – Non licenziato il dipendente per il tweet denigratorio nei confronti dell’azienda

SeacInfo Amministrazione del personale
Non licenziato il dipendente per il tweet denigratorio nei confronti dell’azienda
In tema di licenziamento individuale, la Corte di Cassazione ha statuito l’illegittimità del recesso datoriale nei confronti del dipendente che posta su twitter articoli già pubblicati da altre testate, relativi a presunti scandali che avrebbero coinvolto l’azienda. Con l’Ordinanza n. 2679 del 30 gennaio 2019 viene sottolineata la mancanza da parte del lavoratore dell’intenzionalità di diffondere notizie denigratorie lesive dell’immagine societaria, nonché l’assenza di un danno concreto all’azienda, in quanto il blog personale del dipendente è poco seguito.

31/1/2019 – Retribuzioni convenzionali 2019 per i lavoratori all’estero: regolarizzazione contributiva

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Retribuzioni convenzionali 2019 per i lavoratori all’estero: regolarizzazione contributiva
L’INPS, con la Circolare n. 13 del 30 gennaio 2019, illustra il campo di applicazione del DM 21 dicembre 2018 contenente le retribuzioni convenzionali utili al calcolo dei contributi dovuti per le assicurazioni obbligatorie dei lavoratori italiani operanti all’estero e fornisce le istruzioni operative per la regolarizzazione del mese di gennaio 2019.La suddetta regolarizzazione deve essere effettuata entro il 16 aprile 2019.

31/1/2019 – Pubblicati 175 modelli per l’applicazione degli ISA al periodo d’imposta 2018

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Pubblicati 175 modelli per l’applicazione degli ISA al periodo d’imposta 2018
Con due distinti Provvedimenti datati 31 gennaio 2019, l’Agenzia delle Entrate ha:individuato i dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale per gli anni 2018 e 2019;approvato 175 modelli per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli ISA per il periodo di imposta 2018;individuato le attività economiche per le quali è prevista la revisione degli ISA applicabili a partire dall’anno 2019. Si tratta di 89 ISA in tutto, da approvare con decreto del MEF: 31 relativi ad attività economiche del settore del commercio, 25 inerenti a servizi, 18 ad attività professionali e 15 a manifatture.

31/1/2019 – Approvati i modelli definitivi di REDDITI 2019, CNM e IRAP

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Approvati i modelli definitivi di REDDITI 2019, CNM e IRAP
Con quattro distinti Provvedimenti datati 30 gennaio 2019 sono stati pubblicati sul sito dell’Agenzia delle Entrate i modelli REDDITI 2019 (corredati delle relative istruzioni) relativi a: Persone fisiche (PF);Società di Capitali (SC);Società di Persone (SP);Enti non commerciali (ENC).Sono stati inoltre approvati i modelli 2019 e le istruzioni relativi a: Consolidato nazionale e mondiale (CNM) eIRAP.

30/1/2019 – ANPAL: sospensione dell’erogazione dell’assegno di ricollocazione

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ANPAL: sospensione dell’erogazione dell’assegno di ricollocazione
Il Decreto Legge n. 4 del 28 gennaio 2019 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 23 del 28 gennaio 2019), recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni, stabilisce la sospensione fino al 31 dicembre 2021 dell’erogazione dell’assegno di ricollocazione ai soggetti beneficiari di NASpI da almeno 4 mesi. Di conseguenza l’ANPAL, con Notizia del 29 gennaio 2019, comunica la disabilitazione nel portale, a partire dal 29 gennaio 2019, della funzionalità di richiesta di nuovi assegni di ricollocazione per i lavoratori in NASpI; gli assegni già emessi continueranno ad avere efficacia sino al termine del periodo di assistenza intensiva previsto.

30/1/2019 – Utilizzabilità delle intercettazioni dell’indagine penale ai fini del licenziamento

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Utilizzabilità delle intercettazioni dell’indagine penale ai fini del licenziamento
In materia di licenziamento individuale, la Corte di Cassazione ha chiarito che il giudice del lavoro, ai fini della formazione del proprio convincimento circa la sussistenza della giusta causa del provvedimento espulsivo, può utilizzare le intercettazioni dell’indagine penale in corso nei confronti del lavoratore. La Suprema Corte, con l’Ordinanza n. 2436 del 29 gennaio 2019, precisa che gli atti delle indagini preliminari e le intercettazioni telefoniche assunte possono essere valutati, anche in assenza del vaglio critico del dibattimento, poiché la parte ha sempre la possibilità di contestare nel giudizio civile i fatti acquisiti in un procedimento penale.

30/1/2019 – Indennità risarcitoria dopo reintegra tassata ai fini IRPEF come gli stipendi arretrati

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Indennità risarcitoria dopo reintegra tassata ai fini IRPEF come gli stipendi arretrati
La Corte di Cassazione, sezione tributaria, con l’Ordinanza n. 2407 del 29 gennaio 2019, ha definito a quale trattamento fiscale siano destinate le indennità dovute dopo la dichiarazione di illegittimità del licenziamento e la conseguente reintegra. Anche se ha natura risarcitoria, l’indennità rientra nella lettera a) dell’art. 16 TUIR.L’Agenzia delle Entrate voleva applicare la tassazione separata alla somma corrisposta al dipendente in qualità di indennità risarcitoria, calcolata in base alla retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore dalla data del recesso alla reintegra. L’aliquota secondo l’Agenzia sarebbe stata quella media degli ultimi 5 anni. La Corte invece ha accolto la tesi del lavoratore, secondo cui l’aliquota da applicare corrisponde alla metà del reddito complessivo netto nel biennio anteriore all’anno in cui è sorto il diritto.

30/1/2019 – Il socio risponde dei debiti con l’INPS sorti prima del suo ingresso e anche dopo il suo recesso

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Il socio risponde dei debiti con l’INPS sorti prima del suo ingresso e anche dopo il suo recesso
La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 2435 del 29 gennaio 2019, ha ribadito che il socio di una società di persone, e quindi illimitatamente responsabile con il proprio patrimonio dei debiti sociali, è tenuto in solido per tali obbligazioni anche se queste non risultano dalle scritture contabili al momento del suo ingresso o del recesso dalla compagine sociale. Il principio stabilito dalla Corte è quello secondo cui per la determinazione della responsabilità si deve guardare al momento in cui sorge il debito e alla sua esigibilità. Pertanto, è stata respinta sia l’argomentazione del socio per il quale il debito era già sorto quando è entrato in società anche se non risultava dal bilancio, sia quella del socio che era già uscito dalla società quando un tale credito è stato accertato dai giudici. La responsabilità a restituire le somme all’INPS grava su entrambi.